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Rispetto ed inclusione

La lingua italiana, in cui ogni sostantivo ha un genere grammaticale (IL tavolo, LA sedia, IL sole, LA luna, ecc.), di sicuro non ci aiuta. Le diatribe sui cambiamenti linguistici si svolgono a tanti livelli ed è difficile trovare il giusto equilibrio e risposte che soddisfino tutti.


Senza entrare in queste discussioni, però, ci sono cose che noi celebranti possiamo fare per essere più rispettosə ed inclusivə.


Sicuramente, un’accortezza a livello di scrittura, è quella di evitare per quanto possibile di metterci in situazioni in cui la scelta lessicale ci pone delle scelte obbligate. Per fare un esempio, invece di dover decidere se usare le parole uomo e/o donna, ragazzo e/o ragazza, possiamo in molti casi usare la parola persona.


Inoltre se nello scritto l’uso della vocale schwa (ə) può toglierci d’impiccio (“benvenutə a tuttə”), nel parlato è indispensabile utilizzare altre forme, con il rischio di rendere tutto un po’ meno scorrevole (“benvenute e benvenuti a tutte e a tutti”?)


Ognunə di noi celebranti trova di volta in volta le proprie soluzioni, ancora meglio se al di fuori dalla gabbia della binarietà tipica dell’italiano di cui si accennava sopra. A questo scopo utilizziamo molto parole neutre, il cui genere è solo grammaticale (come LA persona) o che sono ambigenere (come ospite, celebrante).

Importante per essere inclusivi, però è la consapevolezza. Cosa significa e perché usiamo l’acronimo

LGBTQI+
?


Ecco una rapida guida, tenendo conto che si tratta di una sigla in continua evoluzione:


L

sta
per LESBICA e comprende le donne che sono sessualmente/romanticamente attratte da altre donne


G

sta
per GAY e si riferisce a uomini attratti da altri uomini o più in generale da chiunque sia attratto da persone dello stesso sesso


B

sta
per BISESSUALE e rappresenta le persone che possono essere attratte da uomini o donne


T

sta
per TRANSGENDER (abbreviato in TRANS) e si riferisce a persone il cui genere è diverso da quello assegnato alla nascita.


Q

sta per QUEER. Si tratta di un termine-ombrello utilizzato per includere tutte le persone che non si riconoscono nelle definizioni binarie di genere o di orientamento sessuale. Può anche significare QUESTIONING nel significato di genere o orientamento sessuale non ancora identificato.


I

sta per INTERSEX e si riferisce a coloro che sono nati con variazioni nelle loro caratteristiche sessuali, anatomiche o riproduttive. Include anche coloro che non si collocano nel classico sistema binario associato al corpo maschile o femminile.


+

il segno + (o l’asterisco*) sta a significare proprio il fatto che i generi e gli orientamenti sessuali e affettivi sono un continuum fatto di mille sfumature e nuovi termini sono continuamente aggiunti.


Come detto questa breve introduzione non ha nessuna pretesa di essere esaustiva, in quanto l’aggiornamento è quasi quotidiano. L’importante è essere consapevoli ed aperti, con attenzione all’altrə.


Ci piace concludere con la domanda che le/i giovani di lingua inglese (e ormai in molti casi tradotta anche in italiano) si pongono quando si incontrano sui social: “What’s your name and your pronoun?” ovvero: come ti chiami e con quale pronome desideri che ci si riferisca a te?
 

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