promesse liana

Quando noi celebranti parliamo con la coppia a proposito dei contenuti della cerimonia, prima o dopo arriviamo al punto delle promesse. Ci sono coppie che arrivano già con le idee chiare e sanno esattamente ciò che vogliono. Ce ne sono altre che hanno bisogno di proposte e di tempo per chiarire bene cosa fa per loro.

Scrivere di proprio pugno ciò che si intende promettere al/lla propriə sposə è sicuramente una cosa molto romantica e di grande effetto, soprattutto se si mantiene il segreto fino all’ultimo. In questo, il ruolo di noi celebranti è quello di custodire il segreto, ma anche di aiutare la scrittura stessa e, in qualche caso, di aiutare a “bilanciare” i due scritti quanto meno nelle lunghezze.

Se però la coppia non si sente in grado di esprimere con le parole giuste ciò che sente, noi celebranti siamo lì apposta per aiutare a sbrogliare il filo dei pensieri, a convertire i sentimenti in testo, a dare voce al profondo.
Alcune coppie, al contrario, scelgono una formula in cui parlare il meno possibile: l’emozione, si sa, è molto forte in questi momenti e c’è chi rischia di non riuscire ad arrivare a fine lettura senza piangere. Per questo motivo preferisce che siamo noi celebranti a leggere una formula, da quella classica, che ognuno conosce a memoria (quella in cui si parla di buona e cattiva sorte, per capirci) ad una originale, scritta e pensata apposta per loro, a cui rispondere solo “sì, lo voglio”.

Qualcuno, poi, sceglie di avere entrambe: esprimere il consenso con la formula classica dopo aver letto il testo personale preparato in precedenza.

E voi, quale scegliereste o avete scelto?

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