Due funerali laici

Qui sotto troverete due cerimonie funebri complete, volte a darvi un’idea di come un funerale laico può essere strutturato: la prima cerimonia è per una signora deceduta all’età di 77 anni; la seconda per un giovane morto suicida.
Questo funerale è stato celebrato in una casa funeraria per una signora di 77 anni morta serenamente a casa. La chiameremo Giuseppina Tremonti, detta Pinella.
MUSICA: Tchaikovsky, Sesta sinfonia, “La Patetica”
Parole introduttive
CELEBRANTE
Siamo qui riuniti per celebrare e per onorare la vita di Giuseppina Tremonti, conosciuta da tutti come Pinella, tristemente scomparsa all’età di 77 anni. Per rispettare le sue idee, questa sarà una cerimonia non-religiosa e, come celebrante laico, sono stato chiamato a condurla. Sentirete della musica e delle letture, scelte per Pinella dai suoi cari, e un elogio della sua vita che ho scritto dopo avere parlato di lei con i familiari. Ci sarà un momento di riflessione individuale nella cerimonia quando, chi lo vorrà, potrà offrire una preghiera silenziosa.
Riflessioni sulla vita e sulla morte
Anche se ognuno di noi esprime un’idea diversa della morte, quando muore una persona cara condividiamo gli stessi sentimenti di tristezza e di perdita. Condividiamo allo stesso modo la ricerca e il bisogno di rassicurazione e di conforto. Con questa cerimonia, in parte vogliamo dare risposta a queste esigenze riconoscendo il valore della vita di Pinella e ricordando i suoi pregi e le sue azioni. Livia, la figlia di Pinella ci leggerà adesso una poesia di un autore sconosciuto che riassume tutto ciò:
LIVIA
Se n’è andata.
Puoi versare lacrime perché se n’è andata – oppure puoi sorridere perché è vissuta.
Puoi chiudere gli occhi e pregare che torni – oppure puoi aprire gli occhi e vedere tutto ciò che ha lasciato.
Il tuo cuore può essere desolato perché non la puoi più vedere – o puoi essere pieno dell’amore che hai condiviso
Puoi voltare la schiena al domani e vivere di ieri – oppure puoi essere sereno per il domani a causa di ieri.
Puoi ricordar che se n’è andata – oppure puoi tenere caro il suo ricordo e farlo rivivere nel tuo cuore
Puoi piangere e chiudere la mente, svuotarti e tornare indietro – oppure puoi fare ciò che avrebbe voluto lei: sorridi, apri gli occhi, ama e vai avanti.
La storia della vita di Pinella
CELEBRANTE
Pinella è nata a Torino e lì è cresciuta durante i difficili anni trenta. Suo padre – emigrato dal Sud e operaio – era spesso disoccupato e così la famiglia visse frugalmente. Essendo la più grande dei fratelli e delle sorelle, Pinella dovette presto assumere il compito in famiglia di aiutare sua madre a badare ai più piccoli, sopratutto quando la madre fu costretta a lavorare. Gino nacque quando Pinella aveva 4 anni e, in seguito, nacquero Antonio, Sergio e Franca. Franca ricorda come Pinella fosse una sorella, un’amica ed una mamma tutto insieme, e racconta come si divertiva da piccola ad aiutare Pinella a preparare la cena.
Gli anni della guerra furono difficili per tutti; e quando il padre si unì ai partigiani, le responsabilità familiari di Pinella crebbero. Dopo la guerra, ottenne un lavoro in una piccola fabbrica di parti meccaniche e lì conobbe Salvo. Fu Maria Catena, la sua più vecchia amica, a farli conoscere. Pinella e Salvo avevano molto in comune e il loro rapporto fiorì. I preparativi per il matrimonio erano già in fase avanzata quando, nel 1949, il padre di Pinella morì e i fidanzati furono costretti a posticipare le nozze per aiutare la madre.
Pinella e Salvo si sposarono finalmente nel 1951 quando Salvo era ormai diventato sindacalista. Quando non lavoravano, amavano passare il tempo libero fuori, nei boschi, in campagna o in montagna. La passione di Pinella per la bicicletta risale a quei giorni felici.
Nel 1953 nacque Livia e l’anno successivo, il fratello Dario. La vita cambiò necessariamente. Pinella trascorreva più tempo in casa dove, spesso, era in compagnia dell’amica Maria Catena, anche lei ormai sposata e con bambini piccoli. Mai venne meno l’affetto reciproco, ma spesso vi erano delle discussioni accese tra le due donne a causa di divergenze politiche e religiose.
La tragica scomparsa del marito Salvo in un incidente stradale, nel 1961, lasciò Pinella sola a dovere crescere la famiglia. Non fu un’impresa facile. Il coraggio e la forza della donna con le abitudini acquisite durante l’infanzia e sopratutto la sua ca- pacità affettiva le vennero in aiuto. A tutt’oggi infatti i figli, a parte l’evidente mancanza del padre, riferiscono di non aver mai percepito un drammatico cambiamento nelle loro condizioni di vita. Anche se non potevano avere vestiti alla moda, in casa non mancava mai nulla di materiale e si trovava sempre come fare fronte alle varie esigenze. La frugalità e la capacità organizzati- va, combinate con un grande senso dell’orgoglio, hanno permesso a Pinella di mantenere uno stile di vita dignitoso nonostante i pochi mezzi disponibili.
La famiglia, quando poteva, passava molto del suo tempo fuori in campeggio; quando invece era a casa ci si dedicava allo studio. Pinella aveva infatti grandi ambizioni per i suoi figli. I momenti di soddisfazione non mancarono quando Livia riuscì a diplomarsi maestra elementare e, in seguito, Dario divenne perito tecnico.
Riservata, ferma ma mai invadente, anche quando i figli si sposarono e formarono le loro famiglie, Pinella era sempre disponibile fosse per un consiglio o per una ricetta culinaria. Era il perno della famiglia e i nipotini Giuliano, Fabrizio ed Elena volevano stare spesso con lei per sentire i suoi racconti dei tempi passati.
La gente le dava fiducia e lei la ricambiava. Era affidabile, manteneva sempre le promesse e dava sempre una mano a chi ne aveva bisogno. Teneva nascoste le sue incertezze e trova- va sempre molto piacere nella famiglia e nella natura che la circondava. La sua risata era contagiosa e, con una mano alzata all’altezza del fronte, esprimeva tutta la sua gioia di vivere.
Rimarrà così per sempre nella memoria e nei cuori di chi la conosceva.
Il momento di riflessione
Concediamoci adesso un momento per riflettere sui ricordi felici che ognuno di noi ha di Pinella e sui momenti lietamente passati insieme. Se c’è qualche credente, può utilizzare questo momento per le sue preghiere private.
MUSICA
Mascagni- Intermezzo dalla Cavalleria Rusticana
Il momento del commiato
CELEBRANTE
È giunto il momento di salutare Pinella per l’ultima volta. Chi se la sente si metta in piedi.
E così la morte ha preso la nostra cara e amata Pinella. Consegniamo le sue speranze e i suoi ideali alle nostre memorie e alle nostre intenzioni; consegniamo il suo amore ai nostri cuori; il suo spirito libero è da molto tempo tra di noi e il suo corpo lo consegniamo alla sua fine naturale.
Parole di chiusura
La famiglia di Pinella vuole ringraziarvi per essere venuti qui oggi per commemorarla. Se vorrete fare una donazione in beneficenza, in ricordo di lei, potete o lasciarla in fondo all’aula oppure inviarla direttamente alla Fondazione per la ricerca contro il cancro, in nome suo.
Pinella continuerà a vivere attraverso di voi. La sua eredità genetica proseguirà nei suoi figli e nei suoi nipoti; in voi stessi e negli altri, riconoscerete i suoi modi e il suo aspetto e sarete consapevoli dell’influenza benefica che lei ha esercitato sui vostri pensieri e sulle vostre azioni. Così continuerà a fare parte delle vostre vite quotidiane. Non perderete mai il conforto di avere conosciuto Pinella come madre, come sorella, come amica, come nonna.
Chiudo la cerimonia con queste parole di Cicerone:
Anche quando è morta, la nostra amica è ancora viva. È ancora viva perché i suoi amici continuano a ricordarla, ad averla cara. Questo significa che comunque vi è una gioia anche nella sua morte, perché rende nobile l’esistenza di quelli che lascia.
Ci salutiamo con una canzone molto amata da Livia, Just the way you are di Billy Joel, perché racchiude la vivacità e l’unicità di sua madre e ci dice nel testo di amarci per come siamo.
Musica finale
MUSICA
Billy Joel, Just the way you are dal CD Best of Billy Joel.
Questo rito è stato celebrato al crematorio prima della cremazione di un giovane uomo che si è tolto la vita. Lo chiameremo Franco Trevigiani. A richiesta dei genitori, il contenuto della cerimonia è in sintonia con i gusti dello scomparso – da notare in particolare la musica. I genitori hanno inoltre preferito una cerimonia breve.
Musica in apertura
Apocalyptika, Fade to Black dal CD Inquisition Symphony
Parole introduttive
CELEBRANTE
Oggi siamo venuti qui per onorare la vita di Franco Trevigiani, per ricordarlo e per rendergli un ultimo saluto.
Non sarà una cerimonia religiosa; infatti un tale rito non sarebbe in accordo con la visione della vita di Franco. Io sono qui per parlare a nome della comunità umana di cui faceva parte.
Riflessioni sulla vita e sulla morte
La morte è una questione molto personale per chi la incontra in una persona cara. Ma siamo comunque coinvolti tutti, direttamente o indirettamente, con la morte di ogni individuo perché siamo tutti parte di un’unica comunità umana e nessuno è indipendente o ne è separato. Talvolta i legami sono forti, talvolta più tenui ma siamo sempre legati l’un l’altro tramite l’amore, la parentela, l’amicizia, la vicinanza delle nostre case o, più semplicemente, dalla nostra comune umanità.
Non era possibile incontrare Franco senza rimanere contagiati dal suo entusiasmo vitale, dalla sua affettività e amicizia. Non è quindi possibile restare indifferenti davanti alla notizia della sua scelta ed è umano chiedersi se sarebbe stato possibile in qualche modo impedirgliela.
Nessuno deve avere paura della morte: è un evento naturale quanto la vita. Solo la natura è durevole. Tutto ciò che vive ha un inizio e una fine; e la vita è ciò che avviene tra questi due poli. Per chi non ha una fede religiosa e crede che la morte ponga fine all’esistenza individuale, il significato della vita sta nelle esperienze e nelle soddisfazioni vissute in quell’arco di tempo, tra la nascita e la morte, nel ricordo di noi che resta nelle memorie di coloro che ci avranno conosciuto e per il segno lasciato dalle nostre azioni. La gioia e la risata che hanno così riempito la breve vita di Franco resteranno per sempre nella memoria dei familiari e degli amici molto più a lungo che non la sorpresa o lo sgomento per la sua scelta. Dovremmo osare ricordarlo con felicità.
Come dice questa poesia di Joyce Grenfell:
Se prima di voi andrò
Per me fiori non recidete
Né lapidi incidete
Per favore, non cambiate
Come siete, restate
Piangete se dovete
Triste è il salutare
Ma la vita va avanti:
Non smettete di cantare.
La storia della vita di Franco
CELEBRANTE
Franco frequentò l’istituto Galileo di via Roma e le amicizie che fece lì ed alla scuola media sono rimaste con lui per tutta la vita. Lasciata la scuola, ha inseguito le possibilità e le occasioni offertegli dalla vita, spostandosi da città in città e da un luogo ad un altro, in Italia ed all’estero. Anche se a scuola non brillava nello studio delle lingue straniere, la sua eccezionale attitudine al parlare in inglese indica la sua capacità di entrare sempre in sintonia con il prossimo.
Gli bastava vedere un qualunque gruppo di ragazzi con un pallone per fare amicizia e subito si metteva lì a giocare con loro. Aveva il dono di fare amicizia ovunque, partecipava a tutti gli scherzi e alle avventure che il caso gli proponeva. Non c’è una foto di famiglia che non lo mostri ridente. Tutti riconoscevano sempre il suo ampio sorriso e la sua disponibilità alla vita. Per lui ogni estate era un felice avvenimento.
Franco ha forse accumulato più esperienze, ed erano le più svariate esperienze, nei suoi brevi trent’anni di quanto la maggiore parte di noi riesca a fare nel corso di una vita molto più lunga. I legami con la famiglia erano stretti e armoniosi, ma forse ha pensato che restare in un solo luogo, sistemarsi, possibilmente crearsi un rapporto più duraturo, erano cose che non facevano per lui. Negli ultimi mesi della sua vita era molto depresso; non era in sé. Nonostante questo, ricordiamolo per il suo entusiasmo, per la sua gioia di vivere e per il calore e l’amore che splendevano in lui.
Il momento di riflessione
Adesso staremo per alcuni momenti in silenzio, mentre ascoltiamo un pezzo di musica per chitarra che piaceva tanto a Franco. Usate questi momenti per pensare ai momenti felici passati insieme a lui. Chi tra di voi avesse una fede religiosa potrà usare questi momenti per una preghiera privata.
MUSICA
Will Ackerman, Anne’s Song dal CD Passage.
Il momento del commiato
Vogliate mettervi in piedi per il momento del commiato.
Immune ormai ai cambiamenti e ai casi del nostro comune destino mortale, consegniamo adesso il corpo di Franco Trevigiani alla sua fine naturale.
Parole di chiusura
Tristi per la sua morte ma apprezzando la sua vita, ricordiamoci di Franco, con la sua disponibilità per la gioia e per l’amore. E infine, come noi partiamo da qui ognuno verso il proprio viaggio di scoperta nel mondo, ascoltiamo la canzone che Franco definiva la migliore canzone del mondo: Brown Sugar, dei Rolling Stones.
Musica finale
MUSICA
Rolling Stones, Brown Sugar dal CD Sticky Fingers